Nel mondo della sicurezza informatica, poche minacce sono più temute del Lazarus Group, il famigerato gruppo di hacker nordcoreano responsabile di alcuni dei più grandi attacchi informatici della storia. Questa volta, hanno colpito ByBit, una delle più grandi piattaforme di scambio di criptovalute, riuscendo a rubare 1,5 miliardi di dollari in asset digitali.
Le ultime analisi rivelano che almeno 300 milioni di dollari di questi fondi sono già stati convertiti in denaro non tracciabile, rendendo praticamente impossibile il recupero. Questa somma potrebbe essere utilizzata dal regime nordcoreano per finanziare lo sviluppo militare e nucleare, alimentando ulteriormente le tensioni geopolitiche.
Un attacco sofisticato: come i Lazarus hanno aggirato le difese di ByBit
Il colpo è avvenuto il 21 febbraio, quando i criminali informatici hanno sfruttato una falla in uno dei fornitori di ByBit. Hanno segretamente modificato l’indirizzo del portafoglio digitale a cui la piattaforma stava inviando 401.000 Ethereum. ByBit pensava di trasferire i fondi al proprio portafoglio, ma in realtà li ha inviati direttamente ai Lazarus, cadendo in una trappola perfettamente orchestrata.
Da allora, gli esperti di sicurezza informatica stanno cercando disperatamente di bloccare e tracciare i fondi rubati prima che vengano completamente riciclati. Ma il gruppo di hacker nordcoreano, noto per la sua efficienza, sembra sempre un passo avanti.
“Ogni minuto conta per questi hacker, che stanno cercando di offuscare le tracce del denaro. Sono estremamente sofisticati in quello che fanno”, afferma Dr. Tom Robinson, cofondatore di Elliptic, un’azienda di investigazione blockchain.
Secondo gli esperti, i Lazarus operano quasi 24 ore su 24, lavorando probabilmente in turni organizzati con strumenti automatizzati per trasformare le criptovalute rubate in denaro reale.
Perché la Corea del Nord è la potenza mondiale del riciclaggio di criptovalute
Gli hacker nordcoreani sono ormai considerati i migliori al mondo nel riciclaggio di criptovalute. A differenza di altri gruppi criminali che si limitano a rubare asset digitali e rivenderli, il Lazarus Group ha sviluppato una vera e propria industria del cyber-crimine, sfruttando un’economia chiusa che non risente delle sanzioni internazionali.
Questa operazione non è un caso isolato. Negli ultimi anni, il gruppo ha perfezionato le sue strategie di hacking, attaccando banche, piattaforme di trading e sistemi di pagamento digitale. Alcuni degli attacchi più devastanti attribuiti alla Corea del Nord includono:
- 2019: Attacco a UpBit con un furto di 41 milioni di dollari
- 2020: Il KuCoin Hack che ha portato al furto di 275 milioni di dollari (parzialmente recuperati)
- 2022: Attacco a Ronin Bridge, con una perdita di 600 milioni di dollari
- 2023: Violazione di Atomic Wallet, con il furto di 100 milioni di dollari
Questi attacchi dimostrano come il regime nordcoreano abbia trasformato l’hacking finanziario in una fonte primaria di entrate, compensando l’isolamento economico imposto dalle sanzioni internazionali.